NUOVE TERAPIE NELLA LEUCEMIA LINFOIDE CRONICA (LLC) Feb 2019

Il trattamento della LLC è in rapida evoluzione per il possibile utilizzo di farmaci detti Targets Agents (TA) che dimostrano una elevata specificità contro la cellula tumorale costituendo una valida alternativa alla classica chemioterapia. Rimane però da precisare se l’utilizzo di tali farmaci debba essere effettuato in monoterapia od in associazione a chemioterapici, in prima linea terapeutica o in pazienti già trattati e resistenti. Inoltre è da definire bene la loro tossicità (in associazione o da soli) soprattutto nei pazienti anziani come appunto capita spesso in una patologia dell’adulto come la LLC. In effetti la monoterapia con tali TA potrebbe rivoluzionare il trattamento della LLC in prima linea e nelle forme resistenti e sono attesi a breve i risultati di studi in grado di definire tossicità, durata di trattamento, efficacia nei pazienti a basso/alto rischio.
Un recente studio ( J.A. Woyach et al. , Ohio State Univ) presentato all’ ASH meeting 2018 e pubblicato nel New England Journal of Medicine, ha valutato l’Ibrutinib (in associazione o senza Rituximab) e una associazione Bendamustine e Rituximab (BM) in 547 pazienti con CLL, di età mediana 71 anni ( range 65-89), in prima linea terapeutica , a rischio alto od intermedio.
Dopo un follow-up mediano di 38 mesi la mediana di Sopravvivenza Libera da Malattia (PFS) è stata di 42 mesi nei pazienti trattati con BM , ma non è stata ancora raggiunta nei due bracci di trattamento con Ibrutinib. I dati a due anni della PFS sono più alti nei pazienti trattati con Ibrutinib : 74% nei trattati con BR , 87-88% nei trattati con Ibrutinib. Peraltro l’aggiunta del Rituximab all’Ibrutinib non migliora la risposta terapeutica e la sopravvivenza. La tossicità ematologica non è differente nei tre gruppi di pazienti, mentre la tossicità non ematologica di grado maggiore a 3 o uguale a 3 è presente più frequentemente nei pazienti trattati con Ibrutinib.
Restano quindi da definire nell’utilizzo dell’Ibrutinib alcune problematiche inerenti la durata del trattamento e l’entità della tossicità ematologica soprattutto nei pazienti di età più avanzata, nonchè la sua efficacia nelle nelle forme resistenti e nelle recidive dei casi trattati con chemioterapia

Prof Giulio De Rossi Febbraio 2019