B-CELL NON HODGKIN LYMPHOMA LINKED TO COXIELLA BURNETII
Melenotte C. et al Blood 127(1), 113-121, 2016
Commentary by C.R.Flowers and C.F.Skibola Blood 127(1), 10-11, 2016
Melenotte et al sottolineano l’importanza di alcuni fattori di rischio che possono predisporre alla insorgenza di Linfomi non Hodgkin a B cellule (BNHL).
Gli Autori hanno esaminato l’incidenza di NHL in pazienti affetti da febbre Q (Coxiella Burneti) definendo dati che significativamente sottolineano il legame tra tale infezione ed il Linfoma Diffuso a B Cellule (DLBCL). Utilizzando un data base del Registro Nazionale Francese, in circa 1468 casi consecutivi di febbre Q diagnosticati tra il 2004 ed il 2014, hanno riscontrato una incidenza di DLBCL pari a 25,4 (95% CI, 11,4-56,4) versus 6,7 (95% CI, 0,9-47,9) della popolazione controllo. A supporto di tali dati epidemiologici viene sottolineato che la produzione di IL- 10 è aumentata nei pazienti con linfoma ed in modo particolare in quelli con linfoma e febbre Q. Peraltro la C.Burneti è stato dimostrato localizzarsi in macrofagi CD68+ dei tessuti linfomatosi e dei tessuti con semplice linfoadenite in soggetti con e senza linfoma , mentre una localizzazione in cellule dendritiche plasmocitoidi è stata riscontrata solo in pazienti con linfoma : ciò potrebbe suggerire un pathway nella linfomagenesi. Comunque alcuni dubbi possono inficiare tali dati : soprattutto non vi sono dati sulla incidenza nella stessa popolazione esaminata di eventuali infezioni da EBV , Helicobacter Pilori e HCV , già coinvolti nella patogenesi dei B Linfomi. Pertanto un approfondimento su tali dati epidemiologici si rende necessario.
La possibilità che la C.Burneti (agente patogeno della febbre Q) sia un fattore di rischio per il DLBCL si inserirebbe nel contesto di ulteriori fattori di rischio nel determinismo di BNHL raccolti nel InterLymph Subtypes Project.
L’International Lymphoma Epidemiology Consortium ( InterLymph) ha definito , nell’ambito della valutazione di ampie casistiche epidemiologiche in Australia, Europa e Nord America,che pregresse patologie autoimmuni (attivanti B cellule), HCV positività , ed elevata massa corporea, sono significativamente associate ad aumentato rischio di DLBCL, mentre elevate condizioni socio-economiche, pregresse malattie atopiche , e ripetuta esposizione a raggi solari , sono viceversa associati a diminuito rischio di contrarre DLBCL.
Per quanto riguarda i Linfomi Follicolari (FL) la disamina di una importante casistica evidenzia come fattori di rischio l’importanza della familiarità per NHL, della elevata massa corporea, e del contatto ripetuto con coloranti spray. Viceversa pregresse malattie atopiche, pregresse terapie trasfusionali, e frequente esposizione ai raggi solari, diminuiscono la probabilità di contrarre FL.
Nel determinismo di DLCBL e FL hanno comunque un ruolo molto importante i fattori genetici. L’insieme dei dati epidemiologici e genetici è indubbiamente determinante per la prevenzione ed i futuri trattamenti dei Linfomi non Hodgkin a B cellule.
Prof Giulio De Rossi